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Wales Watersports: stimulation of the web 2.0 for tourism

A small example of how Social Network interaction works and could produce good results for your business or your business area.
I received an e-mail telling me that Wales Watersports was following me on Twitter. All right, let's see what kind of things does Wales watersport I said to my self: I check their twitter account and I see that they are looking for bloggers. Sorry? Looking for bloggers? Why is that? Ok, let's check on their website. Mmmhh, is a website for the promotion of watersports and marine leisure tourism in Wales, and the company Wales Watersport International Ltd is appointed by Visit Wales (official website and a previous post) as its official marketing and promotional partner for the watersports and marine leisure tourism sector in Wales. They have a blog (still not very attractive, but I think they're working on it: change the address -http://waleswatersports.blogspot.com/ - might be a good fist step) and a twitter account and what they're doing is just look for people that want to share their experience so to create good content on the blog and (generally speaking) on the web. Good web responses, a good presence of an area and the activities offered can stimulate the demand and the touristic flow, operating at first on the brand knowledge (a problem for Wales as I've seen in my year here). That's why actions to reduce the digital divide, to help people use internet and the social network to share their experience on the web are very important. The word of mouth power can be increased at the nth degree (Visit Wales understood that when they've opened Wales1000things, about three years ago).

Visit Wales and web 2.0: a public office working on Social Networks

On Monday the 2nd of November I've been to the Third Tourism Summit, organized by the Wales Tourism Alliance. The summit was interesting for many different reasons, but I went there mainly because of the presence of the Visit Wales Digital Marketing Team. I followed from the beginning the experience of VisitBritain (here, in Italian) because it was a nice case of touristic promotion made by a government agency (considering how many problems Italy had with Italia.it), so I took the chance to see who's behind Visit Wales, how they work and what they do. (here the explanation of what is Visit Wales in relation to the Welsh Assembly Government)

A big difference between VW ad VB is the domain .com. VW has changed his very first page in January 2009 to increase the usability and the content flexibility:
  • In VW.com the touristic offer is segmented in order to orientate the visitor to what he's looking for: golf, walking, fishing, business, and the generic domain .co.uk. There is a section where people can choose the different languages (I might be offended because Italian is not present!) and great attention is paid to the social networks with links to the facebook, twitter and you tube accounts, even if there are no sharing links in the web-site contents;
  • In VB.com the page shows many countries' flags re-directing the visitors to their language web-sites.
The first thing that impressed me when I've seen it was the simplicity, but is a shame that the same template is not available for the other languages. Perhaps this is because the best part of welsh tourism is from other UK countries (Usa and Canada as well I guess, considering the accurancy of the dedicated web sites). Apart from the German web site all the others are less attractive and structured. Wouldn't be better to consider also other markets where the potential demand is high? As well the sentence in the middle of the page "For those looking for holidays in Britain, Wales has so much to offer" suggests the subordination of the Welsh tourism to the British one.
Answering to the questions I wrote before, behind VW there are three functional departments, one of which includes the Digital Marketing Team. Lead by John Munro and Bethan Richards the orientation to the web2.0 is very high: a Facebook page with more than 47 thousands fans, a Twitter account with more than 15 hundreds followers, and a blog with topics about the holidays. Very important is the attention paid to the network they built: answers to the Twitter followers including documents from summits so to keep the customer loyalty and the web response high, increasing the brand awareness.
In the era of Social Networks the "word of mouth" communication has become "share" (just as the links you can find everywhere to post on FB, twitter, diggs, ect...) being there is important but much more important is to take part.. or share!
(more information on the digital team business framework, the action carried out by VW against the digital divide in the tourism promotion will follow soon)

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Turismo e web: esperienza diretta in Wales

Quando sono venuto a lavorare nel Regno Unito pensavo di lasciare un mondo (quello Italiano e Ligure nel particolare) arretrato in termini di relazioni tra turismo e web. Molte aziende turistiche, hotel in particolare, in Italia (e in Liguria, almeno per esperienza diretta) considerano ancora il web come un luogo dove essere presenti senza considerare però come essere presenti. Si limitano a costruire siti web qualcuno più carino con tanta animazione flash, altri meno carini, statici. Trovare un hotel che utilizzi i principi del web 2.0, che investa in questa direzione era, ahimé, cosa dura.

La cosa non è cambiata molto, nonostante sia ora in una nazione molto più aperta al web.
L'hotel per il quale lavoro è di proprietà di una famiglia, ma con una conduzione manageriale: i membri della famiglia sono nel consiglio di amministrazione, qualcuno di loro lavora nell'hotel come manager, ma per il resto tutto è mosso da un general manager esterno alla famiglia. La struttura organizzativa non differisce quindi molto da quella degli hotel che ho avuto modo di conoscere in Liguria (a parte per il modo di prendere decisioni, molto più aperto alla collaborazione di tutti i manager, rispetto ad un sistema unidirezionale come nella maggior parte delle azienda familiari italiane).
Ma parlare di web 2.0, di UGC, di social network è visto come uno spreco di tempo e risorse.
Ho trovato dei commenti online sull'hotel su siti di intermediari puri (non infomediari) e ho scoperto che né il general manager, né la responsabile del marketing (componente della famiglia) ne erano a conoscenza. Ma com'è possibile?
Una delle cose assurde è che perfino i membri della famiglia (per lo meno quelli che lavorano nell'hotel) hanno un account facebook, ma per loro il concetto di social network si ferma lì. Non ci sono link sul sito a nessun network di commenti di turisti, né delicious, né tripwolf, nessuno dei travel social network che potrebbero aiutare il turista (sia esso leisure o business) nella sua scelta (ovviamente avvicinandolo alla nostra struttura).
Da notare che questo hotel è anche l'unico 4 stelle della contea, una contea con un tasso di crescita economica tra i più elevati (almeno prima della crisi economica).
Percepire il web 2.0 come un rischio è stupido. Non collegando il sito a contenuti generati dall'utente non vuol dire che i contenuti non ci siano o non siano comunque facilmente raggiungibili. Il turista si informa prima di effettuare la sua scelta, anche se si tratta di una sola notte. Maggiore è la facilità a trovare commenti e maggiore sarà la propensione all'acquisto. I commenti on line devono essere gestiti come lo sono i commenti lasciati direttamente in hotel: uno spunto per migliorarsi e per stringere una maggiore relazione con il cliente. Molte aziende vorrebbero gestire il CRM in casa, di nascosto, senza considerare che ciò non è più possibile. Bisogna imparare a gestire la propria immagine usando la trasparenza.
Una delle paure maggiori è che i commenti possano essere generati da concorrenti con l'intenzione di rovinare il nome dell'azienda. E' vero, potrebbe capitare. Ma non utilizzare i commenti come strumento di marketing non vuol dire far sparire i commenti, quelli continueranno ad esserci. Se ciò che fai lo fai bene, offri un servizio adeguato al prezzo richiesto e cerchi sempre di migliorarti, allora non c'è motivo di essere spaventati: aiutando i clienti soddisfatti a rilasciare commenti si controbilanceranno i commenti negativi, falsi o veri che siano (infondo ci sarà sempre qualcuno insoddisfatto, l'obiettivo è minimizzarne il numero).

Facebook e i "piccoli" media

Notavo come FB abbia dato la possibilità ai "piccoli" media di raggiungere le masse.
Per esempio questa mattina leggo una nota di un mio contatto su una notizia relativa al vaccino antinfluenzale e allo stato di pandemia diramato dall'OMS. La nota è tratta da un articolo di un giornale online (EFFEDIEFFE) del quale io non avevo mai sentito parlare.
Cerco così sul sito informazioni sulla casa editrice e scopro che è un'azienda tutto sommato giovane (dal 1991) di marcato orientamento cattolico (caratteristica che contraddistingue il mio contatto in effetti), come essa stessa si definisce sul "chi siamo" del sito.
Magari definirla una casa editrice di nicchia è esagerato (non penso sia effettivamente così piccola), ma molta gente non avrebbe mai letto un articolo scritto su una rivista di una casa editrice cattolica se non fosse stato linkato su FB. Probabilmente molti di quelli che hanno letto l'articolo non si sono nemmeno posti la domanda di chi abbia scritto l'articolo e dove fosse pubblicato se non su FB. Magari qualcuno di quelli che l'ha letto si sarebbe addirittura rifiutato di leggerlo se avesse saputo chi lo pubblicava (con un atteggiamento per niente saggio, tra l'altro).
E invece tramite FB le notizie si diffondono in maniera più veloce siano queste vere, false, esagerate, allarmiste o semplicemente burle.
Pur essendo vero quello che riporta anche Zambardino su Repubblica, ossia che le persone tendono a raggrupparsi per interessi comuni e affinità (che questo possa essere usato anche a fini di marketing, lecito o meno che possa sembrare) e che quindi le informazioni tendono a diffondersi all'interno di cerchi, è pur vero che i vari e differenti cerchi sono connessi tra di loro per mezzo della moltiplicità di interessi che ogni persona ha. Ecco quindi che anche chi scrive per un ristretto gruppo di persone (tanto ristretto in questo caso non lo è, lo ammetto) ha la possibilità di essere letto e diffuso all'esterno del proprio cerchio.
Il passaparola funzonava già in assenza di internet e dei social cosi, ma con la loro diffusione è diventato più semplice, liberandolo dalle costrizioni mentali che si potevano avere.

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Dati OCSE di ripresa

Dopo le dichiarazioni del Primo Minisro Italiano alla conferenza stampa di stamani, sono andato alla ricerca dei dati Ocse.

La ricerca per documenti pubblicati in relazione al paese è stata infruttuosa, ma poi, tra le news, ho trovato questo Economic Outlook datato 28 giugno 2009, dal quale ho estrapolato alcuni dati.
La posizione del Pil Italiano non è pessima, anzi, l'Ocse prevede una ripresa dello 0,4% nel 2010, ma non siamo di certo la prima nazione, tenendo conto che Norvegia, Finlandia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Polonia hanno tassi di crescita previsti maggiori dei nostri.
Quanto al "Super Indice Italiano" dopo un po' di ricerca sono riuscito a trovare un documento di oggi pubblicato dall'Ocse che effettivamente da all'Italia un ruolo da primatista: Il Composite Leading Indicator (perchè chiamarlo il super indice come se fosse un qualcosa di sovrumano?!), che cerca di stimare con una previsione a sei mesi con i movimenti delle curve economiche per ogni nazione membra dell'Ocse e per sei nazioni esterne, tenendo conto della produzione industriale di tutti i settori industriali eccetto le costruzioni (fonte: OECD).
Ci sarà da gioire? Vedremo.

Welsh pictures: Anglesey

IMG_2721 Inserito originariamente da ruggiero_marco
Chi direbbe mai che questo è Galles? Invece è proprio così, a sud dell'isola di Anglesy (ma anche a nord, datemi solo il tempo di arrivarci!), nel nord-ovest della regione, ci sono spiagge magnifiche con onde e vento adatti per il kite surf. Qui in particolare ci troviamo sulla spiaggia di Newborough (il tom tom non lo trovava con il nome inglese, abbiamo dovuto inserire quello gallese di Niwbwrch). Precisamente siamo sulla spiaggetta che a seconda delle maree scompare e che collega la spiaggia all'isoletta di Llanddwyn. p.s.: l'acqua era calda e sono riuscito perfino a spellarmi! IMG_2713 IMG_2701 IMG_2697IMG_2674 IMG_2706

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Lettera ad un Ministro della Repubblica

Gentile Ministro,
la Sua lettera al Corriere mi ha colpito. Perchè tocca nervi scoperti del pensiero italiano. Molte volte persone si ergono a paladini della tutela delle opportunità, affermando di voler combattere con tutte le loro forze i pregiudizi che si formano verso alcune categorie di persone, ma poi ci si ritrova tutti a fare gli stessi discorsi di metà XX secolo. Esiste un pregiudizio nei confronti di chi ha fatto televisione? Sì, certo, esiste. La Sua scelta di entrare in politica è sicuramente stata un atto di coraggio e, spero, di amore verso la politica. La Sua popolarità, prima di diventare ministro, era sicuramente più dovuta alla partecipazione a Miss Italia e ad alcuni programmi Mediaset e Rai, come Lei scrive sul Suo blog. E forse tutti abbiamo commesso l'errore di giudicare prima di vedere. Ma consenta almeno un po' di preoccupazione verso il ministero che Lei presiede data la sua poco esperenziata carriera politica. Molto probabilmente anche Lei sarà stata preoccupata quando Le è stato assegnato l'incarico (e lo stress Le sarà anche aumentato durante gli attacchi mediatici ricevuti nei primi mesi): in fondo è il dubbio che porta una società e le persone che la compongono, a migliorarsi. Il dubbio che, anche solo minimamente, ci disturba il sonno la notte e ci sussurra: "sicuro di aver fatto tutto giusto? sicuro che quello che hai fatto non poteva essere fatto in un altro modo, magari migliore?". Chi non convive con il dubbio è destinato a non migliorare.
E' sicuramente vero che vi è un attacco verso tutto ciò che dice o fa l'attuale Primo Ministro. Ma di certo non si può dire che brilli in trasparenza nè che non sia prepotente ed arrogante. Non ho la "fortuna" di conoscerLo personalmente, e penso che non l'avrò mai. Sicuramente è una persona che ha doti di ammaliatore e con queste doti si è fatto strada prima negli affari e poi in politica. Ma la trasparenza, gentile Ministro, è un qualcosa che un Primo Ministro che rappresenta non solo gli italiani che lo hanno votato, ma tutto il paese, non deve mai lasciare da parte. Le ritrattazioni, continue e ripetute alle quali ci ha abituato in questi anni, aiutato anche da alcuni canali d'informazione che, invece di fornire informazione al paese, a volte "insabbiano", nel senso che non mostrano tutto quello che potrebbero (a volte celandosi dietro la scusa del tempo ristretto di un tg, eppure il tempo di mostrarci il seno rifatto della subrette di turno o il cagnolino salvato dalla strada lo trovano) sono un insulto allo spirito di democrazia di questo paese, che forse di democrazia reale ha avuto ben poco dalla nascita della sua Repubblica. A volte rileggo la nostra Costituzione, considerata da molti un esempio di democrazia e di bilanciamento dei poteri, pensata subito dopo un duro periodo di repressione delle libertà dei cittadini: mi commuovo. Ho paura nel suo cambiamento. La costituzione tutela ogni cittadino dal rischio di un ritorno agli anni bui (di molti e anni felici di molto pochi: le sembra giusto?). Chi la offende, o offende le istituzioni regolate da essa, non rispetta la storia del nostro paese ed i suoi cittadini. E fa male vedere un Primo Ministro, eletto dal popolo grazie alla Costituzione di questo stesso popolo, scagliarsi contro un organismo autonomo e assolutamente apartitico come la Magistratura. Mi domando a volte: se io, che la Costituzione l'ho studiata non come materia portante degli studi, provo un così forte attaccamento verso di essa come potrà essere per un giurista che ha passato alcuni tra i migliori anni della sua vita a studiare leggi su questa costituzione basate? E' possibile che chi ha studiato così a lungo il diritto decida di utilizzarlo per attaccare persone "a titolo gratuito"? Secondo me no.
Nel Regno Unito il Freedom of Information act da agli organi di stampa (tutti) il diritto di chiedere documenti al governo e di pubblicarli. E' stato a causa di questa legge che si è scatenata la crisi dei rimborsi e tutta la credibilità del parlamento è stata messa in discussione. Anzi, correggo: è grazie a questa legge. Non ci sarebbe stato nessuno scandalo senza questa legge. E quindi non ci sarebbe stata possibilità di migliorare il sistema politico. Questa è la forza dell'informazione. Certamente si fa anche tanto gossip, ma è lo sconto da pagare per avere la libertà e la trasparenza. Non si fanno "Editti di Sofia", non ci si lamenta che i giornali parlano male di noi. Per far sì che nessuno parli male di noi stessi basta non dare il pretesto. E non mi sembra che il Primo Ministro abbia fatto ciò. Anzi, di pretesti ne ha forniti a dismisura per poi cercare di reprimere le contestazioni o comunque di sminuirle.
Se il terreno di confronto è quello delle cose fatte per il bene del paese, allora bisogna contare anche le cose fatte per il bene del Premier. Dalla legge salva rete 4 al lodo alfano, alla ex legge Cirielli sulla prescrizione dei reati. Tutte cose che non hanno fatto il bene del paese, ma il bene di pochi (molto pochi), certamente senza nuocere gravemente ai più, ma nuocendo ad una parte della democrazia di questo paese ed al rispetto delle istituzioni.
Nel caso mai leggesse questa lettera, La ringrazio per l'attenzione e risponda se Le fa piacere. Il dialogo è un pregio della democrazia al quale non vorrei mai rinunciare.

Italy’s judicial system offers investors less protection than does Mozambique’s

Dal sito dell'Economist, riguardo al Primo Ministro Italiano: "is he really seeking to enhance Italy’s poor standards of justice, or is he trying to protect his own interests?"

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Crisi Finanziaria

Su Cottica.net ho trovato questo ineteressante che video che spiega in parole molto semplici quelli che sono in parte i fattori di una crisi finanziaria (questa in particolare). Molte volte alcune semplificazioni fuorviano la mente dei risparmatori che non sanno più che"pesci" prendere, e incolpano della crisi cose che non stanno nè in cielo nè in terra (qualcuno riesce addiitturaa dare la colpa alla sinistra italiana...).

The Crisis of Credit Visualized from Jonathan Jarvis on Vimeo.

Severgnini: gli Italiani in Italia? ETTORE!

Non ce l'ho fatta a trattenermi.. sono scoppiato a ridere!! http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-02-25/05.spm

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web marketing alla francese

Dal corriere: "La città di Eu pensa di cambiare il nome Su Internet nessuno la trova. I motori di ricerca elencano decine di pagine che fanno riferimento all'Unione europea." Cambiare il campanilismo Francese è impresa ardua, ma se davvero la motivazione è prettamente il web marketing, allora tanto di cappello e in bocca al lupo!!!

Italia.it o no? L'esperienza Britannica di Visitbritain

Leggevo su Roberta Milano della domanda continua sulla necessità o meno del portale turistico Italiano. Roberta sostiene che effettivamente ci sia uno spreco di risorse (finanziarie in primis) nel promuovere ogni regione singolarmente, oltre che uno spreco di "informazioni": dire Italia o dire Liguria, all'estero, è molto diverso. Qualche tempo fa avevo parlato del portale di promozione turistica Britannico (visitbritain), dei suoi pregi e dei suoi difetti (qui invece qualche vecchio post su Italia.it). Non avevo notato al tempo, anche perchè non conoscevo la realtà britannica, della forte differenza tra le macro regioni al suo interno (wales, england, scotland e north Ireland), della concorrenza che si fanno (anche sul piano turistico) e delle rivalità che pervadono i loro rapporti (soprattutto nei confronti degli Inglesi). Ovviamente su Visitbritain una grande visibilità è lasciata alla capitale Londra, penso soprattutto per il numero di visite annue che registra (e che registrerà quest'anno, grazie soprattutto allo scarso valore della sterlina: bell'anno per decidere di andare a lavorare in Wales!!), ma non è "Londoncentrico" come la Francia per Parigi. Sul portale, dove la mainpage è molto corta per non essere dispersiva ma sufficientemente piena delle informazioni per una ricerca approfondita, ci sono anche i link ai portali delle 4 macroregioni più "il meglio di Londra", lo" Yorkshire" e "visit london" (anche qui una predominanza.. continuo a sperare non casuale). Le pagine delle varie aree sono costruite con la stessa architettura, per non disorientare il turista che cerca informazioni e per uniformità dell'offerta. Girando su VisitWales ho trovato anche una sezione dedicata ai professionisti del turismo dove frequentare un corso online sul Wales, per imparare a venderlo ai propri clienti (io inizio a frequentarlo, tra l'altro essendo sul campo..). Tirando le somme, ritengo nuovamente utile prendere VisitBritain come punto di riferimento per la piattaforma di Italia.it: l'autonomia delle varie regioni è garantita, pur in un'ottica di promozione unificata con un'occhio al mercato (Londra è e rimane, una delle maggiori attrazioni del Regno Unito, pur con l'HomeComing Scotland 2009...).

Mi sento truffato...

Ecco il primo articolo che ho letto sulla fine del processo Mills (Repubblica). Poi l'ho cercato sul Corriere. E infine sul tgCom. Brutto pensare che questa volta c'era certezza della colpevolezza, ma nulla si è potuto fare...

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SHINY