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Certificazione di Qualità

L'hotel per il quale a volte lavoro ha appena revisionato la sua certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2000. Chi mi conosce sa di che hotel parlo e chi non mi conoscesse può immaginare un comunissimo 4 stelle con un ottimo ristorante annesso. Avendo fornito una piccolissima consulenza (a titolo gratuito, anche perchè non ho ancora aperto una mia società ;-) ) mi sono soffermato a pensare al significato della "Certificazione di Qualità". Visto che Wiki non è d'aiuto, provo a spiegarlo con parole mie: la Certificazione di Qualità è... una bufala letterale!! Non mi fraintendete, non dico che la Certificazione sia inutile, anzi, ma non dovrebbe chiamarsi così! Una persona di media cultura, che magari non ha mai sentito parlare di queste pratiche, sentendo che una struttura è in possesso di una Certificazione di Qualità potrebbe pensare che, nel caso dell'hotel, le camere sono ben arredate, il sevizio di prima colazione è fatto con materie prime sempre fresche e di primissima qualità, tutto sia incentrato su prodotti utilizzati di primissima scelta. Potete immaginare lo shock se questo avventore si ritrova in una camera con letto IKEA (e non intendo la merce costosa), bajour made in china, spalla cotta a colazione invece di prosciutto, formaggio edamer di qualità becera, un cameriere puzzolente per il servizio (PER FORTUNA NON E' IL CASO DELL'HOTEL DI CUI STO PARLANDO, SONO SOLO IPOTESI!!). Il nome esatto che dovrebbe assumere la Certificazione è "CERTIFICAZIONE DI BUONA GESTIONE". Questo perchè in un manuale della qualità, documento di dichiarazione d'intenti di una azienda, affiancato da un sistema documentale per il controllo dei processi produttivi, essendo uno strumento di autoregolamentazione, non è obbligatorio scrivere che la materia prima utilizzata è la migliore trovata sul mercato dal punto di vista qualitativo, o che il mobilio è stato scelto secondo particolati gusti artistici. E' OGNI SINGOLA AZIENDA CHE DEFINISCE I PROPRI STANDARD E STABILISCE I LIMITI ENTRO CUI OPERARE, ovviamente in un contesto di legalità e rispetto della norma in questione. Certamente è obbligatorio fornirsi di un piano di autocontrollo HACCP (D. lgs 193/2007), definire il trattamento di materiale tossico o comunque non commestibile, ma già la definizione dei propri fornitori è una questione su cui soffermarsi: in linea generale bisognerebbe fornirsi per lo più da fornitori certificati (per creare un vero e proprio sistema di qualità anche esterno all'azienda), ma è facilmente raggirabile o comunque non è proprio una conditio sine qua non. Ciò che viene certificato è la capacità di porsi obiettivi e riuscire a raggiungerli, cercando di migliorare sempre la propria offerta intesa come servizio al cliente, non o non solo come compoente fisica dell'offerta. Certamente non è una cosa da poco, che soprattutto richiede un grande sforzo organizzativo se la si vuol fare bene, ma è necessario, al fine di garantire veridicità a tale certificazione, crederci, comprendendo che non è solo un sistema documentalee, ma un vero e proprio modus operandi.

Vita Nuova, problemi vecchi

Sono sparito per un po' e me ne scuso. Purtroppo sono stato impegnato a laurearmi (il 16 di novembre ho conseguito la tanto agognata Laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici) e, appena finito, ho iniziato a lavorare per una agenzia di viaggio mentre continuo con i miei progettini. Il lavoro l'ho accettato per due motivi:
1- non avevo uno stipendio garantito, cosa che mi lasciava molto in ansia, dovendo pagare un affitto abbastanza alto e dovendo vivere, quindi continuo con i soliti progetti e lavoro 6 ore al giorno (abbastanza poco no?) in agenzia;
2- per poter lavorare nel turismo nel modo in cui voglio fare nel futuro devo conoscere più aspetti possibili del turismo, dalle politiche al fuinzionamento di un Tour Operator o di un'Agenzia di Viaggi.
La tesi che ho discusso riguarda la creazione di un club di prodotto nel contesto savonese. Un Club di Prodotto altro non è che l'offerta di un prodotto particolare in una determinata area ad opera di più soggetti. Per intenderci se più ristoranti, parlandosi, decidessero di avviare un'operazione pubblicitaria per far conoscere le bontà che il loro territorio offre e che loro sanno sapientemente lavorare e dividono le spese di tale operazione, proponendosi al pubblico come cliente potenziale come una unica offerta, allora avrebbero dato vita ad un CLUB DI PRODOTTO GASTRONOMICO.
Ma un club di prodotto può anche essere un Club dove più fornitori di diversi servizi si uniscono per offrire al cliente un prodotto turistico strutturato (composto cioè da diviersi servizi): per esempio i clienti di un hotel che usufruiscono di servizi di autonoleggio o che possono recarsi al golf club o ancora che possono seguire dei corsi di diving. Il club garantirebbe al cliente la massima facilità di accesso alle informazioni, oltre che uno sconto privilegiato.
Uno dei problemi è però rappresentato dall'area di interesse, cioè il Savonese: un'area che ha da sempre una forte vocazione turistica ma che da una parte risente della crisi strutturale del comparto e dall'altra non sa più riconoscere questa sua vocazione. Gli interessi economici di una parte dell'area rischiano di rendere vani gli sforzi ed i sacrifici del resto del contesto. Se poi ci aggiungiamo che l'arma eletta a cavallo di battaglia dell'area è di natura pubblica (il Sistema Turistico Locale) e quindi i tempi per la sua realizzazione sono i tempi standard delle amministrazioni pubbliche (notoriamente non celeri) allora il gioco è fatto e la partita per il rilancio inizia con un punteggio negativo.
Abbiamo ripetuto più volte che ci vuole sistema nel turismo. Ma il sistema deve garantire celerità nelle sue mosse. Se parliamo di strutture snelle ma poi ci ritroviamo con più di 10 persone a prendere ogni minima decisione e centinaia per le grandi decisioni (e non parlo di tecnici) allora abbiamo fatto il contrario di ciò che abbiamo promesso e sul quale le persone avevano posto la loro fiducia. I Sistemi Turistici Locali possono funzionare, non lo stanno facendo perchè quelli che sono nati non hanno rispecchiato l'idea originale di STL. Troppo peso si è dato alla voce di chi del turismo non si interessa ma pensa solo ad interessi propri e di categoria.

Foto di Praga

Per i miei compagni di viaggio (leggetelo tutto):
le foto di Praga fatte con la macchina fotografica di Fede sono su questo link, in una cartella compressa in formato ".rar". Dopo aver cliccato sul link accederete alla pagina di download: immettete nel rettangolo in alto a sinistra, affianco alla scritta MEGAUPLOAD le tre cifre colorate che compaiono, e cliccate download. A questo punto siete sulla pagina di download, aspettate che termini il count-down in basso a sinistra e cliccate il pulsante. (Se c'è riuscito davide...)
Per caricare le vostre foto potete farlo dal sito di MEGAUPLOAD. Farlo è semplice: basta registrarsi al sito, anche con account gratuito, effettuare il log in, inserire il file (mi raccomando in cartella compressa, anche in formato ".zip") nella stringa in alto, affianco alla scritta MEGAUPLOAD, e la descrizione del file (in questo caso basta "PRAGA") in basso e premere invia, senza scrivere altro nelle altre stringhe rimaste vuote.
Una volta completato l'Upload tornate nella pagina principale cliccando sull'immagine del titolo del sito "MEGAUPLOAD". Qui avrete una pulsantiera di dimensione 5x4. Cliccate sul primo pulsante della terza riga, "Gestione File" e vi si apre un'altra finestra, il File Manager di MEGAUPLOAD, dove avete elencati tutti gli Upload che avete effettuato. Prendete il link che c'è nella prima cella, copiatelo e inserito come commento a questo post.
In tutto non dovreste metterci più di mezz'ora, ma dipende dalla dimensione della cartella e dalla velocità della vostra connessione. Buon Lavoro e In Bocca al Lupo.

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risposta

Non capisco come mai esprimere la propria opinione sia considerato così male. Ho scritto all'interessato dell'articolo che non ce l'avevo con lui in particolare, ma con un fenomeno che, a mio dire, può danneggiare la formazione universitaria. Ma, evidentemente, esprimere la propria opinione sembra sbagliato: tutti dovremmo tacere e andare avanti come bestie, senza riflettere, senza porci delle domande e cercare delle risposte.
Io ho piacere di scrivere ciò che penso perchè sono convinto che condividere i propri pensieri sia accrescitivo. Mi va bene essere criticato per quello che ho scritto, ma non accetto di essere criticato perchè ho scritto, oltretutto senza far nomi! Avessi detto "tizio e caio secondo me sono dei coglioni perchè..." allora avreste tutti ragione (o quasi) di incazzarvi, ma così, per aver solo esposto i miei pensieri, per aver detto che secondo me c'è un problema, allora avete proprio torto.
A dire il vero, anch'io frequento persone che conosco da anni, e frequento anche non universitari, non mi sembra di aver detto il contrario. E di amici ne ho davvero, forse proprio perchè non mi sono mai risparmiato di dire ciò che penso, ma soprattutto perchè lascio che anche loro dicano ciò che pensano: proprio ieri brindavamo alla diversità che ci caratterizza e che ci rende più amici. Ed è forse grazie a loro, che gli insulti che mi rivolgete non mi fanno nè caldo nè freddo.
Comunque, un venerdì ogni due esce una pagina dedicata al campus su LA STAMPA. Scrivete una vostra risposta lì. Magari senza insulti, giacchè un po' di educazione non fa mai male. La libertà di espressione e di pensiero, in fondo, è proprio questa.

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università o ancora superiori?

La settimana scorsa in una piccola birreria Savonese vicino al Priamar, ho incontrato un ragazzo che mi è stato presentato da un amico comune come uno studente del Campus. Sinceramente non l'avevo mai visto, ma non si può pretendere di conoscere ogni persona che qui studia, anche se si organizzano feste da alcuni anni e se si vive all'interno delle mura. A parte qualche sproloquio causato da una birra di troppo (addirittura è riuscito a sbagliare ilnomedel proprio corso di studi) questo ragazzo mi ha detto di essere iscritto al secondo anno di laurea triennale, di aver passato molti esami quasi senza studiare e di non frequentare il campus se non per le lezioni. Fin qui potrebbe essere ancora tutto normale, dato che ci sono molti ragazzi savonesi che non frequentano la vita del campus, ma continuano con la vita fatta fino al giorno prima di iscriversi all'università, con gli stessi giri, gli stessi amici, gli stessi ritrovi. Ma l'anomalia sta nel fatto che il ragazzo in questione, parlando, non diceva le parole "Campus" o "Università", ma diceva "SCUOLA"! Inizialmente ho pensato "si è sbagliato, è sabato sera, è tardi, capita di sbagliare parole", ma, ahinoi, di errore proprio non si trattava. Continuando a conversare mi sono reso conto (cosa che ha confermato dopo una mia domanda diretta) che per lui era come se l'università fosse una prosecuzione degli studi superiori, un luogo dove arrivare 30 secondi prima dell'ingresso del docente, sedersi ad un banco, fare conversazione con qualche amico che si era portato dietro negli anni (probabilmente compagni di banco dall'asilo se non dal reparto di neonatologia), farsi beffa dei docenti, andare a lezione perchè si deve non perchè sia utile, una volta terminate le lezioni correre alla macchina e sfrecciare via da quel luogo che niente di bello potrebbe portargli (sempre parlando secondo le sue convinzioni), proprio come un bambino scapperebbe da una stanza dove stanno spegnendo le luci per paura di rimanere al buio. Il ragazzo in questione non frequenta universitari che non siano del suo corso, o classe, come la definirebbe lui, nè che non siano di Savona (le amicizie a distanza non funzionano, si sa), dopo un anno intero al Campus non sa chi siano i rappresentanti degli studenti, nè quanti e quali corsi di laurea ci siano all'interno del Campus. Per lui del Campus Leginese esiste solo la sua "classe", il corridoio dove và a lezione, il parcheggio dove lascia la macchina, il bar dove fa colazione (non penso che abbia notato le copie de "LA STAMPA" proprio affianco alle brioches, perchè dietro diretta domanda se sapesse che veniva distribuito il quotidiano al Campus non ha proferito parola). Se continuo a chiamarlo ragazzo e non studente è perchè di studente universitario, proprio non ha nulla: non ha capito l'importanza del Fattore C (che qui sta per Campus, s'intende), non è riuscito nel distacco dalla scuola dell'obbligo, per lui l'università è un obbligo e, in quanto obbligo, ha scelto la più vicina a casa, scegliendo tra i cinque corsi presenti quallo che gli sembrasse un po' più interessante, per non annoiarsi troppo; questo ragazzo non ha capito quanto possa essere bello uscire dal giardino di casa e scoprire un mondo diverso da lui, quanto possa essere vantaggioso per la sua crescita formativa e personale frequantare persone che non abbiano esattamente i suoi stessi interessi, ma che coltivino sogni e esperienze diverse. Questo ragazzo non ha capito che vuol dire essere studenti universitari.

Le cartine?... FINITE!

Quanto sono importanti le cartine turistiche di una provincia e del suo capoluogo?
Beh, dipende dal tipo di città di cui parliamo, anche se, in linea generale, lo sono un po' per tutte. Se poi parliamo di una provincia come Savona, nelle prime 10 province italiane per presenze turistiche, la questione si fa un po' più pressante. Come sia possibile che una città (o forse sarebbe meglio dire una provincia) come Savona rimanga senza cartine turistiche, è ancora un mistero, ma è quello che è successo.
Sono venuto a conoscenza del fatto che molti alberghi sono rimasti sprovvisti di dette cartine, molto utili per i turisti che non vogliono solo andare al mare, ma sono interessati anche alle altre attrattive della zona, e che lo sono da quasi due mesi: rapido calcolo, oggi è il 3 di settembre... addio informazioni via cartina per tutti i turisti estivi!
Ad aggravare il problema, il fatto che prima le cartine venivano date... 10 copie per volta! Potete capire cosa se ne fa un albergo, in piena stagione, di 10 cartine!
Riepiloghiamo gli avvenimenti: la promozione turistica è di competenza delle province; dal 2006 gli APT, che si sono sempre occupati della distribuzione delle cartine (e nono solo, per fortuna!), devono chiudere per far spazio ai futuri Sistemi Turistici Locali; il 15 di luglio nasce formalmente l'agognato STL Italian Riviera; già da un po' prima, le cartine erano finite.
Una spiegazione dell'avvenimento potrebbe essere che hanno preferito esaurire le cartine precedentemente stampate, senza il logo del nuovo STL. ma per una questione di stile far perdere dei turisti per le vie della città perchè sprovvisti della cartina, mi sembra un po' esagerato.
Scherzi a parte, in alcuni hotel si disegnano le vie a penna su dei fogli bianchi per indicare ai turisti dove si trova la stazione ferroviaria, o il porto, o la fortezza del Priamar (come scrive lo stesso Davide Gomba sul suo blog). L'immagine che ne esce della provincia intesa come "contesto turistico omogeneo (o integrato?!)" è pessima, in barba all'organizzazione turistica.
Speriamo solo, oltre al fatto che escano al più presto le nuove cartine, che questo problema sia "di competenza" della vecchia organizzazione turistica e non del nuovo STL, perchè se "chi ben comincia, è a metà dell'opera"... noi abbiamo ancora un'infinità di lavoro!
Chissà, magari è stato solo uno scherzo delle amministrazioni, che hanno voluto imitare Balbotin:
"Le cartine??... FINITE!!"

Turismo e Savona

Sono state pubblicate on-line le statistiche relative al movimento turistico in provincia di Savona, redatte dalla Camera di Commercio. Cresce la domanda turistica nel suo complesso, soprattutto negli esercizi complementari (come i campeggi, gli agriturismi ed i bed&breakfast) e si conferma il mercato tedesco come il più redditizio, oltre che fedele. Aumenti percentuali di rilievo (ma non in valori assoluti), si registrano dai paesi dell'Est Europeo (Croazia, Romania, Lituania), mentre è forte la diminuzione dei Cinesi (davvero strano a dirsi, bisognerebbe analizzare meglio il caso, per comprendere se è una riduzione di natura temporanea dovuta per esempio al tasso di cambio svantaggioso o se c'è un calo strutturale della domanda). Ho approfondito invece il calo Svizzero, andando subito a verificare se la riduzione potesse essere causata da un rafforzamento del cambio EUR/CHF, e ne è risultato che sì, il calo potrebbe derivare dalla perdita di valore del Franco Svizzero, che in un anno ha perso il 3,9% (dati fxtop). Ovviamente questo non spiega totalmente il calo, ma in parte lo giustifica. La perfomance del 2006 ci fa uscire dal brutto calo subito nel 2004/2005, e se il 2007 confermasse il trend il Savonese tornerebbe ad essere una delle maggiori province italiane quanto a vocazione turistica. Ovviamente sarebbe molto bello se in questo contesto un forte peso lo assumesse il neonato STL "Italian Riviera". Per la notizia della nascita ringrazio Roberta Milano, la quale si può rassicurare perchè, il giorno della presentazione della bozza del STL, l'assessore Scrivano asserì che il dominio "italianriviera", in tutte le sue estenzioni, era già da tempo in possesso della "lungimirante" Provincia di Savona. VEDREMO...

LSJ campioni del torneo SACS-CUS 07

Navigando su YouTube ho trovato questo video girato dalla squadra LSJ (acronimo di La Squadra di Jack), vincitrice dell'edizione 2007 del torneo di calcetto SACS-CUS, battendo la favorita Liophant Simulation Team, vincitrice di tutti i tornei di calcetto organizzati al Campus.
Il video è divertente e ben assortito con le musiche, quindi complimenti a chi l'ha montato.
E' importante che gli studenti del Campus Savonese si mostrino all'esterno, aumentando la percezione della qualità della vita all'interno del Campus, ben più importante di qualsiasi pubblicità si voglia fare.

"Offerta didattica e prospettive di sviluppo del Campus Universitario di Savona"- Martedì 12 ore 10.30 Palazzina Lagorio

Il Prof. Schiesaro e la Prof.ssa Massa>

Noi c’eravamo. Non avevamo un invito ufficiale, non avevamo ricevuto una mail se non quella che noi stessi abbiamo girato ai nostri associati, prendendola dalla news RSS del sito del Campus. L’abbiamo girata pensando che fosse interesse degli studenti conoscere le prospettive di sviluppo del Campus. Ma non si è parlato di questo. Il tutto era organizzato come conferenza stampa, avendo invitato, oltre ad alcune testate giornalistiche, i responsabili della formazione post-scolastica delle scuole superiori savonesi. Alla cattedra erano presenti i vari presidenti di corso delle facoltà presenti a Savona, più la Preside di Economia, la prof.ssa Massa, ed un delegato del Preside di Ingegneria, oltre al Presidente di Spes prof. Alessandro Schiesaro. I corsi si sono presentati, hanno cercato di vendere ognuno le proprie carte, chi più organizzato dati alla mano, chi meno. Si sono fatti concorrenza. Ognuno cercando di rubare un po’ di tempo all’altro. Infine i presenti hanno parlato, hanno chiesto che fosse il Campus ad andare nelle scuole a presentarsi, gli studenti delle superiori hanno problemi a spostarsi da scuola (pareva avessero meno problemi i pastori ad effettuare la transumanza). Giustamente qualcuno ha detto che devono essere le scuole a chiedere al servizio formazione d’Ateneo la visita di uno o più corsi presso le stesse. Oggi i corsi si presentavano come Campus, e lo stesso hanno fatto e faranno all’Open Day di ottobre. Oggi doveva vedersi l’effetto sinergico, non singoli corsi di studio, ma un Campus, con tutti i suoi pregi, la sua vita. Allora ci chiediamo: come si può presentare la vita del nostro Campus senza coinvolgere chi organizza le feste e raccoglie gli studenti in una Associazione? Perché parlare di come è bella la vita all’interno del Campus, di come gli studenti, aggregandosi e condividendo conoscenze, possano aumentare la loro cultura e la loro preparazione al mondo del lavoro, senza far parlare chi ha vissuto questa esperienza sulla propria pelle? Lo stereotipo dell’ingegnere chiuso, che non sa comunicare con chi non lavora nel proprio campo, in questo Campus viene superato, e lo è stato per molte persone che noi personalmente abbiamo conosciuto. Ma non presentare queste persone a chi deve scegliere se venire o meno al Campus, è darsi la zappa sui piedi. Attendiamo sviluppi. Speriamo che le critiche vengano recepite nel giusto verso. Speriamo di crescere ognuno dai propri errori, ma anche, se possibile, da quelli degli altri.

bruno

Il video che potete vedere è stato registrato con un cellulare (e per questo mi scuso per la qualità),da Federico Beltramini, che ringrazio, durante l'ultima serata di FestivalCampus SACS. Le foto della serata le potete trovare qui, tra le altre, oltre a quelle che a breve ci saranno sul sito di SACS. Bruno Govone, chitarrista da una vita, che negli anni '60, hapartecipato al Festival di San Remo con "Le Volpi Blu".

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Perchè il marketing interno?

Il marketing interno viene generalmente definito come "l'insieme delle attività atte ad aumentare l'identificazione dei dipendenti nell'azienda, e a migliorare l'immagine dell'azienda e del suo prodotto proprio tra i suoi dipendenti". Come tutte le definizioni è un po' generica e va quindi spiegata ed approfondita.
Cosa vuol dire che o dipendenti si devono identificare nell'azienda? Vuol dire che le scelte che compie in ogni momento ogni lavoratore devono essere le stesse che prenderebbe il titolare, in quanto è sua l'idea imprenditoriale ed a sua immagine deve essere svolta l'attività d'impresa. Per fare questo è necessario che il dipendente venga convolto nel processo decisionale e, soprattutto, che le scelte compiute dalla direzione siano sempre illustrate e spiegate, affinchè il lavoratore comprenda le motivazioni di scelte che a volte possono apparire sbagliate.
Il fatto di migliorare l'immagine dell'azienda e del suo prodotto tra i dipendenti, vuole invece dire che il dipendente non può pensare che ciò che sta producendo sia di scarso valore o che l'azienda non si merita lui come dipendente. Questo perchè non è solo il personale di contatto a vendere il prodotto, ma tutte le persone che sono coinvolte nella sua produzione, per vari motivi: innanzitutto, per il principio base che sta alla base del lavoro: non riesce bene una cosa che fai solo per farla, ci devi credere deve piacerti (questo vale soprattutto per l'erogazione di servizi a prevalenza immateriale, ma non solo); in secondo luogo, perchè, specialmente per le città di media/piccola grandezza, la voce si sparge, e se si sa che un prodotto non è soddisfacente nemmeno per le persone che lo producono, allora per l'azienda che lo produce, inizia il declino. Pensiamo anche alla ricerca di capitale umano per una azienda che paga poco i suoi dipendenti o che li tratta male, o li sfrutta senza considerazione alcuna: a poco a poco tale azienda non avrà più un mercato di approvvigionamento.
Perchè parlo di marketing interno? Perchè ho visto un'azienda che offre un prodotto a prevalenza immateriale, dove può capitare di vedere i dipendenti trattati come muli, da sfruttare finchè ce ne hanno; inoltre la direzione aziendale ritiene di dare loro più di quello che gli spetta, e, dunque, non prevede bonus di produzione o premi una tantum per il lavoro eccezionale (quantitativamente parlando) che a volte i dipendenti devono affrontare. Un'azienda che non condivide le proprie scelte con i dipendenti e, se le spiega, lo fa con l'arroganza di chi parla a persone che ritiene non possano capire (il che potrebbe anche essere vero, ma è un difetto dell'organizzazione che, evidentemente, non sa spiegarsi).
Tale azienda ha già, di fatto, problemi con il reclutamento di nuovo personale e, se il trend dovesse continuare, potrebbe ritrovarsi a dover arrestare la sua crescita proprio per l'insufficienza di questa risorsa produttiva che è tanto preziosa, se non indispensabile.

Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan

Ecco i frutti delle mie ricerche: Sasha Baron Cohen è inglese ed ebreo. E' un trasformista ed infatti il suo primo personaggio di successo era Ali G, finto rapper americano. Ha interpretato anche un reporter moldavo ed uno albanese. ha Lavorato per la BBC, channel 4 e HBO ed è lì che è nato sia ali g (c'era ilDA ALI G SHOW), che gli altri personaggi (tra i quali proprio borat). Il film è quello che in UK viene definito MOCKUMENTARY , cioè un falso documentario,ma questo non toglie che molti fatti (secondo me non tutti, ma non ne sono certo) sono veri: lo hanno davvero fatto e la gente non sapeva che fosse un film, solo un documentario girato da un bislacco reporter kazako. Cohen è stato attaccato da tutti i fronti:

  • kazaki, che evidentemente non hanno preso bene l'immagine che viene fornita di loro in occidente (il sito di borat prima era .kz, ora .tv -non ce lo vogliono: penso che se lo prendessero gli taglierebbero la testa!!;
  • americani, perchè neanche loro ci fanno proprio una bella figura, pieni di giovani misogini e antisemiti (un vecchio texano ha confessato di credere che "la soluzione finale" fu una necessità per la germania nazista...naturalmente l'hanno tagliato. Inoltre, in un'altra scena tagliata c'è borat che in un locale country canta una canzoncina che fa:"Butta l'ebreo in fondo al pozzo/Così la mia nazione sarà libera/Devi afferrarlo dalle sue corna/Dopo faremo una grande festa". Il dramma è che la gente, tutti giovani, lo incitavano!);!
  • ebrei, perchè pur essendo Cohen stesso un ebreo, incita gli ignoranti all'antisemitismo.!
Grande opera di marketing per questo film: cohen ha fatto lo scemo ovunque, non si è risparmiato proprio nulla (in costume da bagno, come quello del film, sulla croisette di Cannes!) e le critiche attirate dal suo personaggio già nelle apparizioni sulle TV inglesi hanno fatto il resto. Solo un appunto da fare: il film, più che vietato ai minori di 14 anni per le scene di sesso, doveva essere vietato agli imbecilli che non capiranno il suo significato, nè andranno a cercare info scritte da chi può averlo capito, o i commenti dello stesso Cohen. Anzi, suggerisco: per certi film bisognerebbe istituire una figura professionale tipo insegnante di sostegno.. a fine film ti rispiega tutto, nel giusto verso.

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ITALIA.IT

E' finalmente attivo,dal 22 febbraio, il nuovo portale dellapromozione turistica Italiano, italia.it
Direi ottimo per la concentrazione della promozione turistica, finora sempre frammentata: chiunque avesse avuto bisogno di reperire informazioni per pianificare un viaggio in Italia doveva conoscere già le attrattive, per poterle ricercare e programmare le visite. Grazie a questo portale, invece, vengono promosse le iniziative ed i prodotti della nostra terra, anche, se non soprattutto, i prodotti meno consciuti, quelli che solo gli estimatori sanno apprezzare.
Il sito è sviluppato in modo chiaro e facilmente interagibile, a prova di cretino. E' possibile selezionare le varie regioni e collegarsi ai loro siti, evitando così di appesantire il portale. I maggiori eventi vengono sottolineati in prima pagina (come la settimana della moda di Milano, ma non compare il festival di Sanremo, come se fosse già troppo pubblicizzato o se la sua capacità di attirare turisti sia oramai scemata negli anni). La divisione viene fatto per unioni di prodotto, e, attraverso una mappa interattiva a bordo schermo è possibile vedere sempre in quale regione ci si trova.
L'Italia è un paese da attraversare, dove è possibile arrivare a Milano e dopo due giorni visitare Napoli, per poi passare, il giorno dopo ancora tra le colline del chianti, ed è queta l'idea che il portale da: ovunque ti trovi ci sono mille luoghi e mille sapori di cui meravigliarsi, e ogni passo che fai, in qualsiasi direzione, ti porta a scoprire nuove emozioni.
Ora la palla passa alle singole regioni, che dovranno sforzarsi di offrire sempre di più e sempre meglio, per poter prevalere sulle altre nello spazio offerto dal portale. Un esempio? Se si parla di cicloturismo viene nominata solo la Toscana ed il giro del chianti: e il museo dei campionissimi di Novi Ligure? e l'Alta Via dei Monti Liguri?
Sistema...ci vuole sistema...
UPDATE: come potete constatare anche voi il portale è stato chiuso. Per chiarimenti rimando a http://www.robertamilano.it/turismosavona

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Ma non si parlava di turismo?

Il titolo di questo post vuole essere provocatorio. La causa scatenante della mia provocazione? Il nuovo TU in materia di commercio della regione Liguria. La l.r. 3 Gennaio 2007 n.1, infatti, approva questo testo e tra le finalità compaiono:
  • (...)favorire l'efficienza, la modernizzazione e lo sviluppo equilibrato della rete distributiva(...);
  • incentivare la valorizzazione e la salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane, rurali, montane e, in particolare, nell’ambito dei centri storici;
  • concorrere al coordinamento delle attività lavorative rispetto agli orari delle attività commerciali in modo da favorire l'autodeterminazione del tempo e il rafforzamento delle pari opportunità tra uomini e donne al fine di un migliore equilibrio tra le responsabilità familiari e quelle lavorative e una migliore ripartizione delle stesse all'interno della famiglia.(...)

Fini certamente meritevoli.. ma, come si sa, il fine non giustifica i mezzi. Ciò che desta le mie perplessità è l'art.115, che detta le disposizioni per l'orario di apertura degli esercizi di vendita commerciale al dettaglio. Queste attività, infatti, possono rimanere aperte dalle 7 alle 22, massimo 13 ore al giorno (18 per la somministrazione di bevande). Fin qui tutto pacifico, nulla di esageratamente anormale (escludendo forse una eccessiva regolamentazione del mercato, che può sfavorire l'ingresso di nuovi operatori, ma è presto per dirlo). Diversa, invece, la questione delle festività: queste attività devono osservare la chiusura domenicale, festiva e le mezza giornata infrasettimanale!! C'è una deroga esplicita che è data dalla possibilità di determinazioni diverse dei Comuni, in accordo con le rappresentanze di categoria, i sindacati, ecc.. Tutto questo nell'ottica di tutelare i diritti dei lavoratori. Inoltre vengono elencate le fastività in cui è possibile rimanere aperti e obbligati a rimanere chiusi se non sussiste una diversa determinazione dei comuni.

Certamente è un passo avanti nella tutela dei lavoratori: non si è più assogettati ai maniacali orari di alcuni titolari, ma mi riservo dei dubbi relativi alla eccessiva intromissione delle istituzioni all'interno del mercato, e soprattutto al fatto che, mentre si aspetta che i comuni decidano, gli esercizi devono rimanere chiusi la domenica.

A Savona spesso si sono sentite critiche per l'eccessiva chiusura domenicale degli esercizi nel centro storico, soprattutto nelle domeniche in cui ci sono migliaia di arrivi turistici grazie a Costa. La dispersione di moneta che ne deriva è elevata. E molte sono state le spinte affinchè gli esercenti si mettessero daccordo per rimanere aperti nelle festività, soprattutto considerando la forte vocazione turistica della zona. Ma sembra che il rito di darsi la zappa sui piedi sia diventato consilidato: da una parte si spinge per aumentare l'offerta, dall'altra le restrizioni sono sempre maggiori. Alla faccia della politica organizzata e coerente.

Porto ora un esempio: a Viareggio, in estate, i negozi lungo la passeggiata sono aperti fino alle 23.30 (alcuni anche oltre), e fanno orario continuato la domenica, senza giorni di riposo infrasettimanale. Questo solo per tre mesi, ma anche in inverno la domenica sono aperti tutto il giorno (parlo di tre anni fa, nell'ultima mia estate viareggina, ma non penso le cose siano cambiate più di tanto). Potremmo pensare: poveri dipendenti! Invece no, perchè hanno turni abbastanza rigidi, e coprono l'orario di apertura con nuove assunzioni stagionali. Ecco infatti che il lavoro stagionale non riguarda solo ristoranti e alberghi, ma anche esercizi di commercio, con effetti positivi sull'economia locale. In liguria (e specialmente nella provincia di Savona) la stagionalità non è molto elevata, sia grazie alla costanza dei flussi turistici lungo l'arco dell'anno, ma anche, a causa questa volta, dell'offerta poco elastica, che può causare disservizi.

La speranza (che il turismo non rimanga una cosa di cui si parla e basta) è l'ultima a morire.

Quelli della notte..

Questo post è dedicato a tutti coloro che anno avuto la fortuna di vivere la notte, come me.
La notte è più bello, si vive meglio, per chi fino alle 5 non conosce sbadiglio, e la città riprende fiato e sembra che dorma, e il buio la trasforma e le cambia forma e tutto è più tranquillo tutto è vicino e non esiste traffico e non c'è casino almeno quello brutto, quello che stressa, la gente della notte sempre la stessa ci si conosce tutti come in un paese, sempre le stesse facce mese dopo mese e il giorno cambia leggi e cambia governi e passano le estati e passano gli inverni, la gente della notte sopravvive sempre nascosta nei locali confusa tra le ombre. La gente della notte fa lavori strani, certi nascono oggi e finiscono domani, baristi, spacciatori, puttane e giornalai, poliziotti, travestiti gente in cerca di guai, padroni di locali, spogliarelliste, camionisti, metronotte, ladri e giornalisti, fornai e pasticceri, fotomodelle, di notte le ragazze sembrano tutte belle, e a volte becchi una, in discoteca, la rivedi la mattina e ti sembra una strega, la notte fa il suo gioco e serve anche a quello a far sembrare tutto, tutto un po' più bello. Parlare in una macchina davanti a un portone ed alle quattro e mezzo fare colazione con i cornetti caldi e il caffelatte e quando sorge il sole dire buonanotte e leggere il giornale prima di tutti, sapere in anteprima tutti i fatti belli e brutti, di notte le parole scorrono più lente però è molto più facile parlare con la gente, conoscere le storie, ognuna originale, sapere che nel mondo nessuno è normale. Ognuno avrà qualcosa che ti potrà insegnare, gente molto diversa di ogni colore. A me piace la notte gli voglio bene che vedo tante albe e pochissime mattine, la notte mi ha adottato e mi ha dato un lavoro che mi piace un sacco anzi io l'adoro. Mi chiamo JOVANOTTI faccio il deejay, non vado mai a dormire prima delle sei. "Quelli della notte" - Lorenzo Cherubini

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